Amore

Di Lev Tolstoj *

La dottrina cristiana in tutto il suo vero significato, che si va sempre più chiarendo
nel nostro tempo, dice questo: la vita umana, nella sua essenza, consiste nella realizzazione
sempre più consapevole, del principio divino in noi; il segno di questa realizzazione è l’amore
dentro di noi e perciò l’essenza della vita umana e la legge che deve dirigerla, è l’amore.
L’idea che l’amore sia condizione indispensabile e buona della vita umana, è presente in tutte
le dottrine religiose della antichità. In tutte le dottrine: dei saggi egiziani, dei bramini,
degli stoici, dei buddisti, dei taoisti ecc., l’amicizia, la ca­rità, la misericordia,
la benevolenza e, in genere, l’amore venivano riconosciute come le virtù principali.
Questo riconoscimento da parte delle più elevate di queste dottrine giungeva fino al punto di
predicare e lodare l’amore verso tutti; e in particolare dai taoisti e dai buddisti veniva
predicato di rendere il bene per il male.

Ma nessuna di queste dottrine aveva posto questa virtù come punto centrale, come la legge più
importante, anzi l’unica regola di condotta della vita, così come fece il cristianesimo, il quale apparve più tardi rispetto a tutte le altre dottrine. In tutte le dottrine religiose precedenti al cristianesimo, l’amore veniva riconosciuto come una delle virtù, ma non come ha fatto la dottrina cristiana, la quale ha riconosciuto l’amore, dal punto di vista metafisico, come base di tutto, praticamente come la legge superiore della vita umana, cioè una legge tale
che non ammette eccezioni in nessun caso. La dottrina cristiana, rispetto a tutte le dottrine
antiche, non è una nuova e particolare dottrina, è semplicemente una espressione più chiara e
precisa di quel fondamento della vita umana, che era sentito e predicato in maniera più vaga
dalle dottrine religiose precedenti. Lo specifico della dottrina cristiana è di esser apparsa
più tardi e di aver espresso in forma più esatta e definitiva l’essenza della legge dell’amore
e le regole di condotta che inevitabilmente ne derivano. Cosicché la dottrina cristiana dell’amore non è, come accadeva nelle dottrine precedenti, la predicazione di una virtù particolare, ma è la definizione della legge suprema della vita umana e delle regole di condotta,
che inevitabilmente ne derivano. La dottrina di Cristo spiega perché questa legge è la legge
suprema della vita umana ed inoltre mostra quali azioni l’uomo deve o non deve fare, se riconosce la verità di questa dottrina. Specificatamente, nella dottrina cristiana viene espresso in modo chiaro e definitivo il fatto che l’adempimento di questa legge suprema non può ammettere eccezioni, come facevano le dottrine precedenti e il fatto che l’amore, definito da questa legge, solo allora è amore, quando non ammette alcuna eccezione ed è rivolto sia agli stranieri, sia agli uomini di altre fedi, sia ai nemici, che ci odiano e ci fanno del male.
Il passo avanti che il cristianesimo ha fatto è questo: il cristianesimo ha spiegato perché questa
legge è una legge suprema della vita umana e ha definito con precisione le azioni che inevitabilmente ne derivano, in ciò consiste il principale significato e beneficio della dottrina cristiana.

(…) Tutta la dottrina consiste in questo: ciò che noi chiamiamo “io”, la nostra vita è un principio
divino, limitato in noi dal corpo; questo principio si palesa in noi attraverso l’amore e perciò la
vera vita di ogni uomo, libera e divina, si manifesta nell’amore.(…)

Proprio in questo riconoscere la legge dell’amore come legge suprema della vita e nelle chiare
regole di condotta, che derivano dalla dottrina dell’amore anche verso i nemici, verso coloro
che ci odiano, ci offendono e ci maledicono, consiste la particola­rità della dottrina di Cristo;
essa dando alla legge dell’amore e alle regole di condotta che ne derivano, un significato preciso
e ben definito, inevitabilmente porta con sé un cambiamento radica­le della organizzazione della
vita ormai stabilizzata, non solo presso i popoli cristiani, ma presso tutti i popoli del mondo.
In ciò consiste la principale differenza con le dottrine precedenti ed il principale significato
della dottrina cristiana autentica, in ciò consiste il passo in avanti per la coscienza dell’umanità,
che fu compiuto dalla dottrina cristiana. Questo passo è il seguente. Tutte le dottrine religiose e
morali precedenti, pur riconoscendo, e non poteva essere altrimenti, i benefici dell’amore per la
vita umana, tuttavia ammettevano la possibilità che si verificassero condizioni tali, per cui
l’adempimento della legge dell’amore divenisse non obbligatorio e potesse essere eluso.
Ma immediatamente, non appena la legge dell’amore cessava di essere la legge suprema e
immutabile della vita umana, tutto il beneficio della legge stessa veniva distrutto e la dottrina
dell’amore si riduceva ad eloquenti insegnamenti non decisivi, a belle parole, che lasciavano
immutata l’organizzazione sociale dei popoli, come era prima della dottrina dell’amore,
un’organizzazione cioè fondata unicamente sulla violenza. Invece la dottrina cristiana autentica,
riconoscendo la legge dell’amore come suprema ed il suo adempimento come inderogabile, distruggeva con ciò ogni violenza e, di conseguenza, negava tutta l’organizzazione del mondo, basata sulla violenza.
Proprio questo significato fondamentale fu nascosto alla gente dal falso cristianesimo, che ha
considerato la dottrina dell’amore non come la legge suprema della vita umana, ma, alla pari
delle dottrine apparse prima del cristianesimo stesso, solo come una regola di condotta che è
utile osservare, quando nulla lo impedisce.

La dottrina di Cristo autentica consiste nel riconoscere l’amore come legge suprema della vita,
legge che perciò non può ammettere alcuna eccezione.
Quel cristianesimo, cioè la dottrina sulla legge dell’amore, che ammette eccezioni per
giustificare la violenza in nome di qualche altra legge, presenta una interna contraddizione,
simile al fuoco freddo o al ghiaccio caldo.
Sembra evidente che se gli uni, pur riconoscendo i benefici dell’amore, ammettono la necessità
di torturare o uccidere alcune persone in nome di un qualche futuro vantaggio, allora precisamente con lo stesso buon diritto anche gli altri, pur riconoscendo i benefici dell’amore, possono ammettere, in nome di un bene futuro, la necessità di torturare ed uccidere. Sembra evidente che ammettere anche una sola eccezione all’esigenza di adempiere la legge dell’amore, distrugge tutto il significato,
tutto il senso, tutto il beneficio della legge dell’amore, che è alla base di qualsiasi dottrina
religiosa e di qualsiasi dottrina morale.

* Tratto da “La Legge della violenza e la legge dell’amore”,
Quaderno di Azione nonviolenta n. 14, Ed. Movimento Nonviolento, € 4,20;
disponibile presso la nostra Redazione.