XXVI Congresso del Movimento Nonviolento
7 dicembre, solo in rete
Il 2020 doveva essere l’anno del 26° Congresso del Movimento Nonviolento; era programmato per la primavera, poi rimandato per l’impossibilità di svolgerlo in presenza. Speravamo di poterlo fare nell’autunno, ma la seconda ondata della pandemia ce lo impedisce nuovamente.
Premessa al Congresso …
Ci è giunta in queste ore la notizia della morte di Lidia Menapace. Ha avuto una lunga e intensa vita. È stata un’amica del Movimento Nonviolento. La ricordiamo con questa foto: sembra che Pietro Pinna, che l’ha preceduta, la accolga amorevolmente nella compresenza. Piero e Lidia, due resistenti nonviolenti.
C’è una bella citazione di Lidia, che utilizziamo ora per aprire questo Congresso, che le dedichiamo:
“Io facevo anche la staffetta ma non ho mai portato armi. Non ero nonviolenta nel senso che oggi si dà a questo termine, semplicemente avevo paura delle armi. Quando poi ho visto cosa fanno learmi, a maggior ragione ho detto: ‘non voglio imparare a sparare dalla parte di nessuno; ho già visto cosa succede quando qualcuno spara’. A quel punto cominci a diventare forse pacifista o disarmista ma poco alla volta: la presa di coscienza non è un lampo, è un percorso, un processo, una cosa che poco a poco ti fa maturare, ti fa superare un passino alla volta delle difficoltà o dei pensieri che tu avevi”.
Grazie, Lidia! Ciao.
7 dicembre 2020. Relazione di apertura XXVI Congresso MN, solo in rete.
È la prima volta, e vorrei sperare l’ultima, che un Congresso del Movimento Nonviolento (MN) sisvolge interamente da remoto; ognuno dei partecipanti a casa propria, davanti allo schermo. È laprima volta, dalla riunione fondativa del 1962 e dal primo congresso del 1966, che manca completamente la dimensione assembleare, corale, conviviale, che costituisce l’essenza stessa del Congresso, il momento più alto della vita del Movimento. Eppure viviamo in un tempo straordinario, emergenziale, che ci costringe a questa condizione. Per motivi statutari, di legge e di norme vigenti, dobbiamo svolgere il Congresso entro l’anno, ed eleggere validamente il nuovo organo direttivo. E così facciamo, per rispetto della legalità e per mantenere in sicurezza giuridica la nostra Associazione. Rimandiamo a tempi migliori, speriamo nel 2021, il momento della festa, del ritrovarsi insieme, per il confronto diretto, il dibattito politico, l’assunzione degli impegni collettivi.
Quindi oggi, dopo questa mia relazione introduttiva, avremo la possibilità di una discussione e poi procederemo all’elezione del nuovo Direttivo, come viene proposto dal Direttivo uscente. Manterremo intatta la struttura portante del Movimento, così com’è, il Comitato di Coordinamento e i centri territoriali, che non necessitano di rinnovo, e che ci permetteranno di mantenere in sicurezza il Movimento fino al nuovo appuntamento assembleare.
Il Congresso è aperto a tutti, ma potranno votare solo gli iscritti al MN per il 2020, cioè coloro che si sono persuasi ad assumere la responsabilità di partecipare attivamente alla nonviolenza organizzata. L’auspicio è che da oggi in molti, noi e tanti altri, si decida di “essere” MN anche per il 2021, sottoscrivendo la Carta programmatica e rinnovando l’adesione.
Aprimmo il precedente Congresso facendo memoria di chi ci aveva lasciato da poco e non poteva più essere con noi: Pietro Pinna, Nanni Salio, Fulvio Cesare Manara che sentivamo vicini nella compresenza. Anche oggi vogliamo fare memoria di altri amici che nel frattempo se ne sono andati, e di cui sentiamo la mancanza, ma sentiamo anche che ci stanno comunque accompagnando: Alberto L’Abate (che ci ha lasciati il 19 ottobre 2017, nello stesso giorno della morte del suo maestro Capitini), Luciano Capitini (nipote di Aldo, instancabile, che se ne è andato nel settembre 2018), Sandro Canestrini (il nostro Avvocato, che ci ha lasciati nel marzo 2019), Anna Bravo (la nostra maestra di storia, che ci ha lasciato proprio un anno fa, a cui siamo riconoscenti non solo peril frutto delle sue ricerche e del suo lavoro intellettuale, ma anche per il concreto aiuto economico testamentario devoluto al Movimento). E oggi abbiamo dovuto aggiungere Lidia Menapace …
Per la prima volta questo Congresso non ha un titolo, ma lo identifichiamo solo con il numero progressivo: è il nostro ventiseiesimo. Come si conviene, è bene iniziare là da dove eravamo rimasti, al venticinquesimo congresso di Roma, che si intitolava “Coerenza, continuità, convinzione: la nonviolenza oggi”. La mozione politica generale approvata diceva che:
“I Centri territoriali del Movimento Nonviolento sono il luogo dove si sviluppa la formazione e quindi l’azione nonviolenta locale. Il Direttivo, il Comitato di Coordinamento, la rivista An cartacea e digitale, svolgono la funzione di collegamento e sintesi del lavoro politico che il Movimento Nonviolento attua come forma di servizio per una più vasta area di amiche e amici della nonviolenza. La prima direttrice del pensiero e dell’azione del MN resta “l’opposizione integrale alla guerra” … da lì che poi scaturiscono i tantissimi indirizzi di lavoro su cui è impegnato il Movimento Nonviolento: la formazione, l’educazione, l’elaborazione teorica, la cura della memoria, la produzione culturale, l’informazione, e poi l’impegno nei campi specifici del servizio civile, del disarmo, della convivenza, delle politiche per le città aperte, della difesa civile non armata e nonviolenta, della tutela dell’ambiente, del governo del territorio, dei diritti per tutti, anche e soprattutto con l’azione di rete che emerge dalle tante e belle relazioni che il Movimento stesso ha saputo creare e coltivare nei suoi primi 55 anni di vita”.
Nei tre anni passati da allora, abbiamo cercato di confermare e rafforzare questa visione. La relazione introduttiva a quel congresso, accolta come parte integrante della mozione finale, si intitolava “Noi siamo le nostre relazioni”, e si concentrava appunto sul lavoro di rete, di collegamento, di sinergia che il nostro Movimento vuole portare, sapendo di non essere sufficiente a se stesso, ma di essere strumento di “aggiunta” nonviolenta.
È interessante rileggere, tre anni dopo, quei materiali congressuali, per capire come si è modificato il contesto, cosa abbiamo saputo realizzare e cosa no, o non ancora. Li trovate nei numeri di Azione nonviolenta di marzo-aprile e maggio-giugno 2017. Il Congresso aveva elaborato un programma di lavoro suddiviso in tre grandi capitoli, che erano le commissioni in cui ci eravamo divisi: 1) Educazione 2) Un’altra difesa è possibile 3) La forza preziosa dei piccoli gruppi. Alcuni degli obiettivi sono rimasti nel cassetto dei sogni, altri sono finiti nel dimenticatoio, altri sono stati realizzati, e altri ancora si sono aggiunti strada facendo.
Ci siamo concentrati molto, come stabilito dal congresso, sul “lavoro di rete”. È forse l’impegno che ci ha maggiormente assorbito e sul quale tante energie abbiamo profuso. Come nostra abitudine e caratteristica, non ci piace dare adesioni che rimangono solo formali, dichiarazioni generi che cuipoi non seguono i fatti. Quando aderiamo ad una rete, o firmiamo un appello, è solo perché sappiamo che possiamo davvero dare un contributo utile. Se aderiamo ad una rete è perché c’è almeno una persona del MN che si assume l’incarico di lavorare in quella rete, e spesso diventa un elemento decisivo per la rete stessa. Il MN oggi è parte attiva nelle seguenti reti:
Rete italiana Pace e Disarmo, la Campagna “Un’altra difesa è possibile”, l’Osservatorio Mil€x sulle spese militari, la rete In Difesa Di, la Campagna Banche Armate, il Forum per lo Sviluppo Sostenibile per l’attuazione dell’Agenda 2030, la Fondazione Alexander Langer Stiftung; siamo anche “osservatori” nella Conferenza Nazionale degli Enti di Servizio Civile (e con l’Ente di prima classe Opera Don Calabria partecipiamo alla progettualità e formazione del Servizio Civile), la Rete Italiana Giovani Pace e Sicurezza e partecipiamo come osservatori permanenti anche al Consiglio Nazionale dei Giovani. A livello internazionale partecipiamo al BEOC (Ufficio europeo obiezione di coscienza), alla WRI (l’Internazionale dei resistenti alla guerra, che proprio nel 2021 celebrerà i100 anni dalla fondazione), all’European Youth Forum.
Per ognuno di questi impegni ci vorrebbe una relazione puntuale, tanti sono i lavori fatti, lascio eventualmente a chi di noi segue nello specifico (Martina Lanza, Caterina del Torto, Daniele Taurino, Francesco Vignarca, Massimiliano Pilati) di dire qualcosa.
Io qui voglio spendere qualche parola in particolare sulla Rete italiana Pace e Disarmo, RiPD, e sulla Campagna Un’altra difesa è possibile per la Difesa civile non armata e nonviolenta.
Fin dalla nascita di Rete Italiana Disarmo, nel 2004, e poi della Rete della Pace, nel 2014, il MN ha aderito all’una e all’altra, coinvolgendosi non solo nelle campagne e nella diffusione degli eventi,ma anche nell’organizzazione delle reti stesse, convinti come siamo che è solo con la tenuta nel tempo che si possono ottenere risultati significativi e duraturi. Nell’una e nell’altra rete abbiamo operato per trovare obiettivi comuni e per unificare gli sforzi. Abbiamo avuto un ruolo di cerniera, contribuendo a creare le condizioni per una reale unificazione, per una rete comune del movimento pacifista maturo e politico, che in fondo era l’obiettivo di Aldo Capitini stesso con la prima Marcia Perugia-Assisi. Dopo 60 anni ce l’abbiamo fatta. Ora la Rete italiana Pace e Disarmo è una realtà. Il MN si è messo al servizio, e svolge un ruolo importante di segreteria operativa e di direzione politica nella cabina di regia. Voglio qui fare un pubblico ringraziamento e riconoscimento al lavoro di tre persone (è la persona che deve farsi “centro”, diceva Capitini), senza le quali questo importante traguardo non sarebbe stato raggiunto: Sergio Bassoli, Francesco Vignarca, Caterina Del Torto. Tra qualche mese si terrà la prima Assemblea nazionale della Rete unificata, alla quale è bene che i singoli aderenti al MN partecipino attivamente, sia sul piano nazionale che locale.
La Campagna Un’altra difesa è possibile, per l’approvazione di una Legge sulla Difesa Civile, sta riprendendo vigore. Dopo lo stallo di inizio legislatura, con la non rielezione dei deputati pacifisti che avevano appoggiato la nostra proposta di Legge di iniziativa popolare, si doveva ripartire da zero. Abbiamo presentato la Petizione, con il nostro testo di Legge, alla Camera e al Senato. Siamo stati ricevuti a Palazzo Madama, e proprio in questi giorni abbiamo ricevuto la notizia che anche il Presidente della Camera a gennaio ci riceverà. Nel frattempo la nostra proposta è stata affidata alle due Commissioni Difesa. È quindi il momento di ripartire con il lavoro sui territori, per coinvolgere deputati e senatori dei vari collegi, sollecitando la discussione parlamentare. Il contesto generale (con la proposta di Moratoria sulle spese militari per nuovi sistemi d’arma, #MoratoriaArmi2021 avanzata da Sbilanciamoci! e RiPD e con i nuovi stanziamenti di 200 milioni per il Servizio Civile Universale, che nel 2021/22 potrà essere espletato da 50.000 giovani) è favorevole per avanzare la proposta politica e legislativa per la Difesa civile, che è anche difesa della salute delle persone e dell’ambiente. La nostra Campagna è più attuale che mai, e il MN ha la responsabilità della sua conduzione e del lavoro di coordinamento con le altre campagne in atto.
Un altro punto su cui vorrei soffermarmi brevemente, è quello della “memoria”. Sappiamo bene quanto sia importante fare memoria del passato per comprendere il presente e organizzarsi per il futuro. Alla “memoria” abbiamo dedicato un percorso comune realizzato con l’Aned (l’associazione degli ex deportati nei campi nazisti) come i viaggi della Memoria a Mauthausen-Gusen-Ebensee e nell’Alto Adige sulle tracce della resistenza antifascista e antinazista nonviolenta.
Ma alla memoria è dedicato anche il progetto nEUres, Nonviolent European Resistance, co-finanziato dall’Unione Europea, che vede il MN come capofila con associazioni di altri sei paesi, che ha lo scopo di diffondere tra i giovani la conoscenza degli eventi storici relativi alla resistenza nonviolenta al nazifascismo in Europa.
Della “memoria” fanno parte anche gli Archivi, che sono un pezzo importantissimo della nostra storia. In questi anni abbiamo finalmente concluso un lungo lavoro, e abbiamo ottenuto il riconoscimento di interesse storico e culturale da parte della Soprintendenza archivistica, dell’Archivio del Movimento Nonviolento, e dell’Archivio di Pietro Pinna i cui documenti abbiamo acquisito dopo la sua morte. Grazie al lavoro dell’Archivista Andrea Maori, che ora è anche un nostro aderente, a questi archivi si affianca l’Archivio Audio del MN (digitalizzato e presente sulla piattaforma di Radio Radicale), e proprio in questi giorni si è concluso il progetto di schedatura e condizionamento di 3200 fotografie di iniziative e azioni nonviolente in Italia dal 1960 al 2000. Restano ancora dei progetti da realizzare: l’Archivio degli oltre 1000 manifesti che conserviamo, e la digitalizzazione di foto e documenti, da mettere in rete. Tutta questa documentazione è un patrimonio inestimabile, che oggi è a disposizione di tutti.
Un capitolo a parte lo merita Azione nonviolenta, la nostra rivista bimestrale cartacea. Dal Congresso di Roma ad oggi, abbiamo realizzato 22 numeri di tipo monografico, come avevamo deciso. La formula trovata ha funzionato. La responsabilità redazionale è assunta dal Comitato di Coordinamento; la realizzazione concreta dei numeri è affidata al Gruppo di lavoro di Fiumicino, dal Responsabile di Redazione affiancato dal Direttore. Il prodotto è sotto gli occhi di tutti, ed ognuno può giudicare. Da giornalista dico che il risultato è complessivamente buono, a volte ottimo, in alcuni casi eccellente. Penso ai numeri dedicati a Pietro Pinna, Sandro Canestrini, Alberto L’Abate, a quello sul 1968, quello sulle vittime della violenza, sui Difensori dei diritti umani, quello sull’Europa, sulla scuola, sui diritti dell’infanzia, sulla Musica e la nonviolenza, fino agli ultimi due, sulla disabilità e sulle parole d’odio. La bella rubrica “Canzoni d’autore per la pace”, curata da Enrico de Angelis, è diventata un libro, “Coltivo una rosa bianca”, che proprio in questi giorni abbiamo presentato al pubblico. Compratelo e regalatelo per Natale, ne vale la pena. Insomma, la sostanza c’è. Quello che manca, purtroppo, è il sostegno economico. La rivista non ha il numero sufficiente di abbonati per autosostenersi. La diffusione militante è ormai inesistente, e gli abbonati paganti da alcuni anni sono in costante diminuzione: una tendenza che non sembra invertirsi. Molte riviste della stessa tipologia hanno ormai sospeso le pubblicazioni cartacee ed escono solo in versione digitale. Il precedente congresso ha deciso di scommettere ancora sulla rivista di carta, che comporta il grosso lavoro della stampa e della spedizione. Il Bilancio consuntivo del 2019, che abbiamo approvato nell’Assemblea del 3 ottobre, parla chiaro: fare Azione nonviolenta ci costa 17.700 euro (senza contare le ore di lavoro); l’introito da abbonamenti e vendite è di 13.000 euro; un passivo di quasi 5000 euro l’anno. Non ce lo possiamo più permettere, perché si somma ad altri passivi e cali di entrate (la diminuzione costante del gettito del 5×1000, le spese di gestione e mantenimento delle sedi di Verona, Brescia, Ghilarza), che mettono un segno negativo importante al nostro Bilancio economico. Si impongono delle scelte, che il nuovo Direttivo dovrà assumersi (grazie a Piercarlo Racca e Vittorio Venturi, vecchio e nuovo tesoriere).
Entriamo dunque nel cuore del problema, che è il mantenimento della struttura funzionale del MN. Tutto quello che facciamo non sarebbe poi possibile, se non ci fosse la Segreteria nazionale, alla Casa per la Nonviolenza di Verona, con il lavoro di Caterina Del Torto. La scelta di assumere una persona, seppur a tempo parziale, è stata giusta. Ma oggi quella scelta va potenziata. Il carico di lavoro è notevole: le parti amministrativa, progettuale, gestionale, contabile, organizzativa, comunicativa, si sommano alla gestione quotidiana della sede, con tutte le incombenze che richiede. La Segreteria di Caterina è un punto di forza del Movimento. Dobbiamo porci l’obiettivo di passare al tempo pieno, e in prospettiva di aggiungere altro. Per tanti anni abbiamo lavorato per far crescere le sedi fisiche per il MN (l’acquisto del Centro di Brescia, di Torino, di Verona, l’acquisizione della casa di Ghilarza); ora quelle sedi sono certamente un patrimonio importante, ma costituiscono per certi versi anche un carico, un onere, un aggravio di costi e vengono utilizzate meno che in passato, essendo cambiato il modello di gestione dell’attività politica di movimento. Voglio dire, cioè, che adesso abbiamo più bisogno di persone che di muri. Se per sostenere l’aumento del personale fosse richiesto un ridimensionamento degli immobili, farei la scelta a cuor leggero. Ma oltre alla Segreteria, abbiamo anche altri punti di forza.
Uno è certamente la vivacità di alcuni gruppi territoriali, che crescono in attività locali e adesioni. Oltre ai gruppi ormai storici di Brescia, di Torino e di Ferrara, dobbiamo registrare la crescita dei gruppi di Fiumicino-Roma (ormai non più solo un gruppo giovanile) di Modena. Le nostre presenze a Trento, Mestre, Mantova, Reggio Emilia, Livorno, Cagliari, hanno dimostrato di tenere e di essere radicate, oltre all’attività di alcune singole persone; ma la diffusione territoriale del Movimento, con le lodevoli eccezioni della Puglia e della Sardegna, che registra un centro territoriale regionale, si ferma al centro nord, e non riesce a manifestarsi al centro sud. È anche questa una questione che dobbiamo affrontare seriamente. Le potenzialità non mancano. Ci sono realtà già esistenti, interessate al MN, che potrebbero trovare nella formula “federativa” una forma di avvicinamento. Allo stato attuale il nostro Statuto prevede solo l’adesione individuale, e penso che sia saggio mantenere le cose così; ma questo non ci impedisce di trovare modalità regolamentari per aprire rapporti con gruppi amici che possono trovare nel MN un punto di riferimento organizzato.
E tengo per ultimo, forse perché oggi è il più urgente, il punto di forza della “comunicazione”. Alla rivista, di cui abbiamo già detto, si affianca Azione nonviolenta in rete, il nostro sito azionenonviolenta.it (che sta inglobando il nostro vecchio sito storico nonviolenti.org) cui si aggiungono le pagine Facebook del MN di An e di alcuni gruppi locali, i profili Tweeter e Instagram. Sono i nostri “social” che acquistano ogni giorno più importanza, essendo ormai generalmente la nostra voce, il primo contatto con il MN per tantissimi utenti. Di fatto, comunichiamo attraverso i social: le nostre iniziative, le proposte, le campagne, passano primariamente da lì. Ecco perché abbiamo deciso di investire energie e risorse in tali strumenti (senza dimenticare la riflessione sulla compatibilità tra mezzi e fini), come abbiamo fatto per l’e-shop (il negozio in rete), l’archivio telematico di An, il conto paypal, l’abbonamento per questa piattaforma che stiamo utilizzando. Ringraziamo un altro punto di forza del MN che è il gruppo comunicazione, coordinato da Massimiliano Pilati, che sta lavorando a questo necessario rinnovamento, con le competenze e le disponibilità di Daniele Quilli e del webmaster Fabio.
Concludo questa relazione introduttiva, sottolineando come il lavoro fatto e da fare è assolutamente collettivo e corale. La “spersonalizzazione” del MN era uno degli obiettivi che questa presidenza siera posto. I tanti volti, le tante voci, le molte competenze che oggi costituiscono e rappresentano il MN stanno a dimostrare che almeno questo l’abbiamo realizzato. Grazie al tu-tutti.
Mao Valpiana, Presidente