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Le news del Movimento Nonviolento

L’uomo che piantava gli alberi

CAMPO ESTIVO – Vigna di Pesio 26 luglio- 2 agosto

Un luogo che ispira pace e condivisione, un nonno amato da tutti, che ci guida alle sorprese dei boschi e alle sue storie, tra giochi e passeggiate, alla scoperta della natura e di noi stessi.

E’ stata una settimana speciale: abbiamo costruito una piccola diga, sentito gli alberi crescere e ne abbiamo avuto cura, ci siamo stupiti per la nascita di un agnellino e un vitellino, ci siamo tuffati nelle fresche acque del Pesio, abbiamo impastato pane e pizza, aspettato che l’energia solare o il forno a legna cuocessero patate, fagioli o deliziose torte di pere, abbiamo cantato, letto le meravigliose storie di Linda sotto il grande albero o in casa davanti al camino …  ma l’emozione più forte è stata per l’incontro, l’accoglienza reciproca e la condivisione di giochi, canti e pasti con persone che arrivano da oltre mare e le loro drammatiche storie, pur cariche di speranza e di sorrisi.

Tutti abbiamo contribuito alla riuscita del campo, ognuno con le proprie capacità e il proprio entusiasmo: i lavori in casa e nell’orto, l’accensione del fuoco per cuocere pane e pizza o per fare la doccia calda, i lavori di cucina e la preparazione della lunga tavola sotto il fico per uno dei momenti di aggregazione più intensi.

I ragazzi hanno mediato fra i bisogni di piccoli e grandi, creando un’atmosfera armoniosa e leggera …

Scrive Donato:  “Mentre vado nel bosco e guardo gli alberi “bendati”, quando vado nell’orto, alla piccola diga, al Pesio, a tagliare legna, a guardare il cielo, a seguire una foglia che scorre leggera sull’acqua come le vostre barchette, gioisco e sto bene … buontutto a tutti e un abbraccio morbido a tutti, soprattutto ai bambini che hanno fatto del nostro campo un campo di fiori”

Chiara e Paola

Relazioni più ecologiche

Campo estivo – Bricherasio 9-16 agosto

Il campo Mir/Mn di Bricherasio (To) si è svolto alla Cascina Marie di Maria Baffert, un casale del ‘700 ristrutturato con criteri di recupero ( in coerenza col tema del campo), in mezzo a frutteti, orti e giardini e la compagnia di 2 stupendi cani che hanno partecipato a tutti gli effetti alla vita del campo.
Il tema affrontato dal formatore Domenico Matarozzo è stato sulle “Relazioni più ecologiche”, in particolare abbiamo trattato il ruolo dell’ascolto e della cura di se, delle altre persone e della natura che ci circonda, l’utilizzo delle risorse, gli impedimenti ad una serena gestione delle emozioni, nelle relazioni tra noi e l’ambiente.
Abbiamo sperimentato i principi dell’ Ecologia Profonda: fare, ascolto empatico, scelta di una visione profonda, cercando di trovare le modalità per attuarli e diffonderli. Pertanto il gruppo ha lavorato sull’ appropriazione di Pratiche che sono il veicolo per la consapevolezza e le buone relazioni ecologiche.
L’organizzazione dei lavori, volta alla cura del luogo che ci ha ospitato e del gruppo stesso è stata spontanea e generosa e non ha richiesto alcuna programmazione. L’elenco dei lavori ha spaziato dallo sgombero di una vecchia tettoia, alla ricostituzione delle legnaie, ai lavori nell’orto e manutenzione di alberi da frutta, preparazione di marmellate di mele, pere e more, a un fine restauro di alcuni arredi della palestra.
Giovedi 13 agosto, approfittando della vicinanza di Torre Pellice, abbiamo trascorso una bellissima giornata di svago e cultura: il mattino la visita al Museo Valdese, con la storia di questo popolo, seguito dal pranzo al sacco e il pomeriggio nel verde dei boschi della Valle di Angrogna dove abbiamo visto da vicino i luoghi (scuoletta, grotta e monumento) dove le comunità valdesi hanno saputo portare avanti le loro convinzioni: che sia la Bibbia il fondamento della vita……comunicandoci la certezza che chi lotta con determinazione per la vittoria del Bene, prima o poi vincerà.

Silvana Caselli

Servizio Civile: obbligatorio, universale, o semplicemente costituzionale?

Pubblichiamo un documento del Movimento Nonviolento come contributo al dibattito in corso

Il dibattito estivo sull’obbligatorietà del Servizio Civile, aperto da una forza politica che dell’egoismo ha fatto la propria bandiera politica (secessione, xenofobia, frontiere, espulsioni, ecc.), è stato accolto persino da esponenti del governo e da sedicenti maître-à-penser della sinistra, come se si trattasse di una cosa seria.
Conviene, dunque, mettere le cose a posto, per quel che sono nella realtà.
Gli obiettori di coscienza, pionieri e fautori dell’idea stessa di “servizio civile”, come servizio reso alla Patria in alternativa al servizio militare, si sono sempre battuti contro la coscrizione obbligatoria, la leva, la naja, viste come moderne forme di schiavitù, che obbligavano il cittadino a trasformarsi in “soldato” (al soldo dello Stato, etimologicamente: chi opera per denaro).  In tutti i paesi del mondo gli obiettori si sono sempre rifiutati di apprendere il mestiere della guerra, ma si sono anche opposti all’idea stessa di obbligatorietà del servizio armato.
Quando, nel 2000, in Italia venne approvata la legge di sospensione del servizio militare obbligatorio, la considerammo anche una nostra vittoria,  coronata dalla sentenza della Corte Costituzionale nel 2004 su alcune questioni di legittimità costituzionali riguardo al servizio civile, rimarcando ulteriormente che il dovere, sancito dalla carta costituzionale, dei cittadini alla difesa della patria potesse essere assolto in maniera equivalente con modalità diverse e/o estranee alla difesa militare. La differenza tra obbligo (ad es. pagare le tasse) e dovere (ad es. difendere la patria) è sottile ma giuridicamente sostanziale.
“Noi siamo quindi favorevoli ad un servizio civile come dovere di difesa della patria e siamo contrari all’arruolamento obbligatorio. E non sarà un caso se ormai tutti i legislatori europei si sono espressi in questo modo” – dice Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento.
Parlare oggi di servizio civile obbligatorio è una contraddizione rispetto all’evoluzione normativa attuale. Più realistico sarebbe immaginare un servizio civile universale (termine forse inadeguato, ma che nell’accezione comune della politica significa “aperto a tutti coloro che desiderano accedervi”); questa sarebbe certamente l’opzione da prediligere e che il governo dice di voler perseguire, salvo poi smentirsi nei fatti, con finanziamenti messi a disposizione che limitano le posizioni di servizio civile a meno di 50.000 (compresa garanzia giovani, che poco ha a che fare con il servizio civile), cioè alla metà del prevedibile bacino d’utenza dei giovani desiderosi di impegnarsi in quest’esperienza, che sono circa 100.000 all’anno.
Il vero dibattito serio da svolgere, sarebbe quello sulla qualità attuale del servizio civile. “Lo dice la stessa Legge istitutiva: il servizio civile è finalizzato a concorrere alla difesa della Patria con mezzi ed attività non militari. Non può essere, dunque, un generico servizio di solidarietà o assistenziale, ma deve essere riferito esplicitamente alla difesa del territorio e della comunità dai pericoli che oggi ci minacciano – aggiunge Pasquale Pugliese, segretario del Movimento Nonviolento.
In questo senso va la Legge di iniziativa popolare per l’istituzione di un Dipartimento della difesa civile, non armata e nonviolenta, promossa dalle principali reti pacifiste, nonviolente, disarmiste, sostenuta dalle firme di oltre 50.000 elettori e depositata alla Camera dei Deputati.
Il servizio civile viene organizzato in convenzione tra lo Stato (che ne determina i finanziamenti, i tempi, le modalità di controllo) e gli Enti accreditati (che ne determinano i progetti, la formazione, il monitoraggio). Dunque lo stato promuove e gli Enti organizzano questa forma di difesa della patria, mettendo a disposizione le loro strutture che ospitano i giovani volontari. Se c’è una novità da introdurre nell’organizzazione del servizio civile nazionale sarebbe proprio quella di riconoscere pienamente agli Enti il loro ruolo attivo nella difesa nazionale e formatore dei giovani difensori.
L’unica obbligatorietà che riconosciamo è quella di rispettare pienamente la Costituzione italiana.

Movimento Nonviolento