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Le news del Movimento Nonviolento

Conclusi a Trento gli Stati generali della Difesa civile non armata e nonviolenta

Conclusi i lavori degli “Stati generali della difesa civile, non armata e nonviolenta”: due giorni di riflessioni intense ed importanti. Le cartoline di pressione sui Deputati verranno raccolte dalla Campagna “Un’altra difesa è possibile” entro il 30 novembre, in vista di una consegna a Roma nelle prossime settimane.

Si sono svolti con grande successo a Trento nelle giornate di venerdì 4 novembre e sabato 5 novembre gli “Stati generali per la difesa civile, non armata e nonviolenta”, prima occasione in Italia per di riflessione e incontro tra società civile e politica su questa tematica. Un appuntamento di lavoro promosso dalla Campagna “Un’altra difesa è possibile” e dalle sei Reti nazionali che l’hanno lanciata: Tavolo Interventi Civili di Pace, Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale Servizio Civile, Campagna Sbilanciamoci!, Rete della Pace e Rete Italiana per il Disarmo.

Le due giornate hanno visto una densa ed attenta partecipazione di attivisti ed esperti sulle tematiche proposte dal programma, con una grande condivisione di intenti e di obiettivi che ha stimolato un dibattito intenso e approfondito. L’iniziativa è stata ospitata e co-promossa dal Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani. “Siamo estremamente orgogliosi di aver ospitato la prima edizione degli Stati generali della difesa civile, non armata e nonviolenta e di aver potuto collaborare nella loro organizzazione con le Reti che gestiscono la Campagna ‘Un’altra difesa è possibile’ – dichiara Massimiliano Pilati presidente del Forum – L’assemblea del Forum Trentino per la Pace e i diritti umani ha approvato e appoggiato la Campagna sin dalla sua nascita e quindi è stato per noi naturale fornire la nostra disponibilità logistica e organizzativa per questo evento. Avere riunito sotto lo stesso tetto persone capaci e determinate nel lavorare per un mondo migliore e libero dalla violenza delle armi e della guerra ci ha dato ulteriore carica per continuare il nostro lavoro cominciato la bellezza di 25 anni fa con l’approvazione della legge istitutiva del Forum da parte della Provincia di Trento”.

Le tematiche promosse e proposte dagli Stati Generali di Trento sono partite dall’analisi della situazione attuale. In particolare cercando di comprendere quali siano oggi le vere minacce per i popoli e le persone, anche nel ricordo dei 50 anni delle devastanti alluvioni del 4 novembre 1966 in centro e nord Italia, per comprendere in poi l’impatto problematico e negativo sia del commercio di armi che delle spese militari. A riguardo del primo aspetto si è ricordato come l’esportazione di armamenti non possa essere considerata, come invece previsto dal recente Libro Bianco della Difesa, un metodo per incassare soldi ed equilibrare la bilancia dei pagamenti. Nel secondo ambito i ricercatori dell’Osservatorio Milex hanno diffuso in anteprima alcuni dati sulla spesa militare italiana per il 2017, che si manterrà ben al di sopra dei 23 miliardi di euro complessivi.

Sul fronte delle proposte il dibattito si è concentrato su ruolo, funzioni, prospettive del Servizio Civile Nazionale, già oggi parte fondante e preponderante della Difesa non armata della Patria per passare poi al modello in costruzione dei Corpi civili di pace già in corso di sperimentando, anche se con molte difficoltà che sono state analizzate nel corso dei lavori. Senza dimenticare l’importanza della ricerca e dell’approfondimento con la valutazione dell’idea di un Istituto di ricerca sulla Pace sul Disarmo inserita all’interno della Proposta di legge lanciata dalla Campagna “Un’altra difesa è possibile”.

  1. “Questi Stati Generali hanno confermato la maturità e l’enorme ricchezza di contenuti e proposte della nostra Campagna, che vuole aprire nel Paese una discussione seria sui temi della difesa e della sicurezza – commenta Mao Valpiana coordinatore di “Un’altra difesa è possibile” – Nei due giorni di intensi lavori a Trento, abbiamo fatto un passo in avanti importante, uno sforzo intellettuale sul piano del confronto e della condivisione tra i diversi soggetti che oggi operano in Italia in questi settori”.

Ora la Campagna si concentrerà sulla spinta verso il Parlamento, ed in particolare sulla Commissione Difesa della Camera, per ottenere la messa in calendario della discussione della proposta di Legge già sottoscritta da 74 deputati. “Per questo l’iniziativa della Campagna di raccolta delle firme su migliaia di cartoline che saranno recapitate ai Deputati proseguirà fino alla fine del mese di novembre per poi, tra dicembre e gennaio, essere portate a Roma. L’intenzione è quella di chiedere di essere ricevuti dalla Presidente della Camera, dal Presidente della Commissione ed dai Capigruppo per illustrare loro le conclusioni degli Stati generali ed offrire ogni nostra collaborazione affinché la discussione della Legge possa trovare uno sbocco positivo entro questa legislatura”, conclude Valpiana.

Gli “Stati Generali della difesa civile non armata e nonviolenta” hanno visto come loro atto conclusivo una Tavola Rotonda avente per protagonisti i parlamentari promotori del Progetto di legge alla Camera. Momento di confronto introdotto da un intervento del Sen. Roberto Cotti (Movimento 5 Stelle) che, dopo aver seguito tutti i lavori degli Stati Generali, ha annunciato l’intenzione di presentazione anche al Senato del medesimo testo di Legge depositato alla Camera, con sostegno e controfirma di vari gruppi parlamentari. Successivamente con Massimo Artini (vicepresidente Commissione Difesa – Alternativa Libera), Giulio Marcon (Sinistra Italiana), Giorgio Zanin (Partito Democratico) e Giuseppe Civati (Possibile) – con un messaggio di Mario Sberna (Democrazia Solidale Centro Democratico) impossibilitato a partecipare per imprevisto dell’ultimo momento – si è entrati nel merito di come poter promuovere e rafforzare l’iter della proposta di Legge. Tutti i deputati, pur di diverse componenti politiche, si sono detti disposti a lavorare insieme per fare in modo che le Commissioni competenti della Camera calendarizzino e discutano il testo nelle prossime settimane. Per continuare il percorso di allargamento culturale del concetto di Difesa ed ottenere finalmente, come già la legislazione attuale prevederebbe, una casa istituzionale per le forme non armate di intervento nei conflitti e nella protezione di persone e territori.

Dagli “Stati Generali” di Trento il cammino riparte con ancora più slancio e competenza, verso un’altra difesa possibile perché più giusta, efficace, conveniente.

4 Novembre 2016: non festa, ma lutto. 100 anni dopo: basta guerre!

4-nov-2016

Un’altra difesa è possibile.
A Trento gli “Stati Generali della Difesa civile non armata e nonviolenta”

Il Movimento Nonviolento, PeaceLink, il Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo e l’Associazione Antimafie Rita Atria lanciano per il 4 novembre l’iniziativa “Ogni vittima ha il volto di Abele”, affinché in ogni città si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre.
OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le città d’Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinché il 4 novembre, anniversario della fine dell’ “inutile strage” della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l’impegno affinché non ci siano mai più guerre, mai più uccisioni, mai più persecuzioni.
Oltre cento anni dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, mentre è tragicamente in corso la “terza guerra mondiale a pezzi”, è ora di dire basta.
Per questo sosteniamo la Campagna “Un’altra difesa è possibile” che ha depositato in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.
Obiettivo della Campagna è quello di organizzare la difesa civile, non armata e nonviolenta – ossia la difesa della Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; la preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; la difesa dell’integrità della vita, dei beni e dell’ambiente dai danni che derivano dalle calamità naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni – anziché finanziare cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra, che lasciano il Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono e lo rendono invece minaccioso agli occhi del mondo. La Campagna vuole aprire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia, dando centralità alla Costituzione che “ripudia la guerra” (art. 11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il “sacro dovere della difesa della patria” (art. 52).
Il 4 e 5 novembre a Trento i promotori della Campagna “Un’altra difesa è possibile” e il Forum Trentino per la Pace e i diritti umani hanno convocato gli “Stati generali della Difesa civile non armata e nonviolenta”, un primo passo per coordinare e creare un confronto tra i diversi soggetti che già ora agiscono nel settore della difesa civile: le Istituzioni preposte alla Difesa, alla Protezione civile, al Servizio Civile Nazionale, la ricerca sulla risoluzione nonviolenta dei conflitti, il Terzo Settore e le organizzazioni non governative che lavorano per la pace e il disarmo.
Tutti coloro che non potranno essere con noi fisicamente a Trento, si uniscano idealmente in una sorta di staffetta civile tra commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, ribadendo che il 4 novembre è giorno di lutto e non di festa per la partecipazione all’inutile strage della Prima Guerra Mondiale. Ovunque sia possibile, in ogni piazza d’Italia. Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente. Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire. Ed occorre che si svolgano nel modo più austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio. Ovviamente prima e dopo è possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perché le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perché convocano ogni persona di retto sentire e di volontà buona all’impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignità e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

Per informazioni sulla Campagna “Un’altra difesa è possibile”
vai al sito difesacivilenonviolenta.org
Segreteria della Campagna c/o il Movimento Nonviolento

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa. Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni. Per la vita, la dignità e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele. Solo la nonviolenza può salvare l’umanità

Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803
e-mail:an@nonviolenti.org, sito: nonviolenti.org e azionenonviolenta.it

PeaceLink
per contatti: e-mail: info@peacelink.it, sito: peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo
per contatti: e-mail: nbawac@tin.it, web: lists.peacelink.it/nonviolenza

Associazione Antimafie Rita Atria
per contatti: e-mail: abruzzo@ritaatria.it, sito: ritaatria.it

Il Movimento Nonviolento sul Referendum costituzionale

Alle tifoserie preferiamo il ragionamento.

In questa nota, redatta dal Movimento Nonviolento, ci soffermiamo su alcune idee che afferiscono ai contenuti, alle modalità, alla legittimità delle modifiche proposte dalla riforma costituzionale.

Siamo per la democrazia aperta, contro la riduzione della rappresentanza democratica

Il Movimento Nonviolento ha l’orizzonte della capitiniana omnicrazia (il potere di tutti) tra i suoi valori fondanti: per questo riteniamo che la governabilità sia importante, ma ancor più importanti siano la rappresentanza e la partecipazione. Non abbiamo il culto assoluto della rappresentanza parlamentare, perché nella nostra esperienza abbiamo verificato che molta della migliore politica si svolge nei movimenti che crescono dal basso e che i cambiamenti reali avvengano all’esterno delle aule istituzionali. Ma, proprio per questo, noi siamo per l’apertura delle sedi parlamentari, non per una loro ulteriore chiusura. La cosidetta “riforma costituzionale” ha, invece, tra i suoi obiettivi la sottrazione di una camera parlamentare, il Senato della Repubblica, alla libera elezione dei cittadini, consegnandola a rappresentanti nominati dai consigli regionali, che già rivestono un ruolo di rappresentanza politica (consiglieri regionali e sindaci). E’ l’introduzione – anziché di un elemento di democrazia diretta, come noi auspichiamo – di una superfetazione di un ceto politico, che non risponde più direttamente ai cittadini elettori. Inoltre la diminuzione del numero di eletti direttamente dal popolo (presentata come necessità di diminuire i costi della politica) di fatto toglie rappresentanza e quindi potere agli elettori, scavando un ulteriore solco tra corpo elettorale e istituzioni democratiche.

La democrazia, come la libertà e la giustizia, essendo valori preziosi, hanno giustamente dei costi che vanno giustificati e sostenuti per il bene di tutti. La politica a “basso costo” rischia anche di diventare una politica di “bassa qualità”.

La contemporanea sottrazione al Senato di alcuni compiti costituzionali, determina inoltre – tra le molte conseguenze messe in evidenza – la possibilità di “dichiarare guerra” alla sola Camera dei deputati che – eletta con il sistema maggioritario con premio di maggioranza – consegnerebbe questa pesante e grave possibilità alla decisione di una minoranza politica.

Una minoranza politica non può modificare il patto repubblicano che riguarda tutti

Il Movimento Nonviolento – riformatore per definizione, fin dalla sua Carta programmatica – non ritiene immutabile la Costituzione della Repubblica italiana, perché è convinto che diversi aspetti possano essere migliorati, in un’ottica di maggiore apertura federalista, disarmista, ecologista e nonviolenta. Prima di modificarla, però, andrebbe pienamente applicata e attuata, pensiamo in particolare agli articoli 11 e 52, il ripudio della guerra e degli strumenti che la rendono possibile e l’istituzione di una Difesa che contempli anche forme civili, non armate e nonviolente.

La Costituzione vigente è stata scritta da un’Assemblea costituente eletta con metodo rigorosamente proporzionale, in modo che tutte le componeneti politiche – espresione della società civile – potessero essere rappresentate. La cosiddetta “riforma costituzionale” oggetto del referendum è stata realizzata invece da un Parlamento eletto con il più antidemocratico e discriminatorio dei sistemi elettorali che la storia della Repubblica ricordi, dichiarato incostituzionale dalla stessa Corte costituzionale.

Come se non bastasse, la riforma è stata fortissimamente voluta dal governo in carica contro tutte le opposizioni – parlamentari e non – contravvenendo anche al principio della separazione dei poteri, così enunciato dal padre costituente Piero Calamandrei, fin dal 1947: “Quando l’Assemblea discuterà pubblicamente la nuova Costituzione, i banchi del governo dovranno essere vuoti; estraneo del pari deve rimanere il governo alla formulazione del progetto, se si vuole che questo scaturisca interamente dalla libera determinazione dell’Assemblea sovrana “.

I cosidetti “riformatori” della Costituzione non hanno legittimità, nè politica nè morale

La democrazia è una cosa seria, e dunque riteniamo che un Parlamento eletto con una legge elettorale incostituzionale – perché antidemocratica – avrebbe dovuto trovare velocemente un accordo su una nuova legge elettorale rispettosa delle indicazioni offerte dalla Corte costituzionale, con la quale andare, il più presto possibile, a nuove elezioni: è un principio basilare di democrazia. Un Parlamento azzoppato, costituito prevalentemente da nominati, non può fare la più importante “riforma costituzionale” della storia della Repubblica italiana: è un principio di legittimità.

Accanto a questa evidente illegittimità politica esiste un altrettanto importante problema di illegittimità morale. La maggioranza parlamentare che ha prodotto la cosiddetta “riforma costituzionale” è la stessa che ha approvato in questi anni il continuo aumento delle spese militari italiane – giunte all’incredibile cifra di 80 milioni al giorno – in spregio ai “Principi fondamentali” della stessa Costituzione che vuole riformare: la pace, la giustizia, l’equità. Il governo che promuove la riforma è lo stesso che agevola il commercio di armi italiane con paesi belligeranti, come l’Arabia Saudita, in palese violazione della legge 185/90, come denunciato, anche alla magistratura, dal Movimento Nonviolento; ed è lo stesso governo che, in obbedienza alla politica aggressiva della Nato e senza dibattito parlamentare, ha deciso di inviare soldati italiani in Lettonia. Come si può affidare a questo Governo e a questo Parlamento la riforma della Costituzione italiana?

La voglia di “cambiamento” sostenuta dai fautori della riforma è in astratto condivisibile, ma con le proposte concrete sottoposte a referendum il rischio di cambiare in peggio ci appare forte e irreversibile. Noi continuiamo a coltivare il dubbio, ma il Referendum è così, o bianco o nero, le sfumature di grigio non sono contemplate nella scelta finale. Le riflessioni ampie, articolate e complesse (che sono l’aria necessaria al respiro della politica) alla fine devono avere una risposta secca, che ognuno troverà in coscienza.

Sono queste le ragioni – di contenuto, di metodo, di legittimità – che il Movimento Nonviolento offre al dibattito in corso sul referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.

Movimento Nonviolento
via Spagna, 8
37123 Verona

nonviolenti.org

azionenonviolenta.it